Nel capoluogo toscano dall’11 al 14 giugno 2024 è andata in scena la fiera dedicata al menswear più prestigiosa d’Italia. Pitti Uomo, con la sua iconica storia, ha rappresentato ancora una volta una tappa necessaria e imprescindibile nel calendario mondiale della Moda, esibendo e consolidando una nuova interpretazione del maschile priva di etichette ma votata all’eleganza.
La fluidità tra l’ancoraggio al classico e le derive dei trend passeggeri ha reso chiara la linea evolutiva del pensiero della società di oggi, che si riflette in un modo di vestire il proprio sé ricco di implicazioni identitarie. L’uomo attuale è libertino e svincolato dagli stereotipi, segnando la consacrazione definitiva di una “liquidità” dalla quale non si può più sfuggire.
Foto Ufficiale Pitti Mediapress
Tra i 790 brand presenti anche Franceschetti ha espresso il suo punto di vista: qui la raffinatezza storica che fa battere il cuore si ibrida a concettualizzazioni più avanguardistiche per trovare nuove affinità elettive. In questo articolo ti accompagneremo nel viaggio tra le atmosfere dell’evento: scopriamo insieme i key piece della collezione Spring-Summer 2025 di Franceschetti, con un piccolo spoiler su T-Switch.
Il nostro sguardo sulla “Lemon City” di Pitti Uomo
Le porte della meravigliosa Fortezza da Basso si sono aperte sul mondo poliedrico e cosmopolita di Pitti Uomo, mai come stavolta pervaso da un’ondata di freschezza ed energia. Il tema scelto dal creative director Angelo Figus, potente e vitaminico, raccontava attraverso il giallo estivo dei limoni disegnati da Giordano Poloni una ritrovata voglia di leggerezza, un inno al “restare giovani dentro”. Tutto intorno, invece, era incanto che brillava di luce propria grazie agli allestimenti curati dall’architetto Alessandro Moradei.
Franceschetti ha trovato la sua perfetta collocazione all’interno del padiglione centrale, nella sezione “Fantastic Classic”. Qui si celebrava l’evoluzione dell’old style nelle sue versioni più creative e contemporanee, tramite una selezione di brand iconici del Made in Italy e delle più alte espressioni del tailoring internazionale, in cui le linee e i materiali del guardaroba più tradizionale si riconfermano un passepartout ideale per la realtà odierna. Uno stile vincente per chi desidera aggiornare la propria immagine rimanendo nei canoni dell’eleganza senza tempo.
Consistenza eterea, cromie inattese: la nuova collezione Franceschetti
Quello che appare immediatamente chiaro a colpo d’occhio osservando lo stand Franceschetti è l’esplorazione di un’eleganza disinvolta attraverso estetiche sofisticate. Tutto il know-how generazionale e artigianale, garantito dalla manodopera specializzata di Montegranaro, si esprime in forme nuove pur mantenendo ben salda la cura maniacale per i dettagli distintivi che si rintracciano in ogni singolo pezzo della collezione.
La combinazione materica è sublime: si spazia tra pellami di pregio quali camoscio, nabuk, pelle invecchiata, cuoio finemente lavorato e tessuti più essenziali come lino e nylon per ottenere una consistenza eterea e inedita, un inno alla versatilità. Il prodotto diviene sempre più dinamico ed esula dalla rigidità dei dress code. Vanta il pregio di potersi accostare con naturalezza a diversi look diurni e notturni, dal formale più puro al casual chic sempre diverso ma sempre legato all’eccellenza
Nella prossima stagione, le tendenze si concentrano su un rinnovato interesse per la praticità e la “tecnologia” della calzatura, dove l’attenzione alla materia prima con la quale è concepita diventa quasi un’ossessione per il consumatore odierno. C’è un’esortazione, al contempo, verso il ritorno al colore per permettere alla scarpa di essere non più un accessorio, bensì il punto focale di un outfit studiato. Franceschetti ha tradotto queste propensioni attraverso una sua chiave interpretativa, coerente con la linea stilistica che ha sempre contraddistinto il marchio. Ecco i tre elementi su cui si sono basate le esplorazioni di questa collezione.
1. La Sperimentazione della suola
Audacia e innovazione sono al servizio di chi cerca un comfort impareggiabile. Per questo uno dei punti di forza è rappresentato dalle sperimentazioni sulla suola, realizzata in materiali di ultima generazione con una lavorazione sostanzialmente artigianale. Fanno capolino le sovrapposizioni e gli accostamenti tra materiali diversi, che si possono ammirare su diverse tipologie di scarpa. La suola prediletta è la Rubrex che ritroviamo nelle sneakers ma anche nelle loafer. È una particolare suola ultraleggera al cui interno si percepiscono al tatto delle sfere simili a delle bolle d’aria, che garantiscono un estremo dinamismo nella falcata. Offrono, inoltre, un’aderenza affidabile senza appesantire la calzatura.
2. Le colorazioni Vibranti
Il continuo studio sulle tecnologie e sui trattamenti del pellame ha permesso agli artigiani Franceschetti di elaborare delle palette dalle tonalità profonde, che esibiscono tutto il gioioso brio della stagione per la quale sono state concepite. Per ottenere una massima resa anche dai colori più originali, si è fatto un sapiente ricorso a pellami morbidi come il camoscio, che regge bene tutti i processi di lavorazione e permette alla tinta di rimanere sempre fresca nel tempo, senza sbiadire. La palette colori di questa collezione unisce i toni naturali del beige, sabbia, marrone ai classici intramontabili come il blu navy, fino a esplodere in azzurri vibranti e tocchi di avvolgente arancione.
Queste evoluzioni si innestano sulla linea di refresh aziendale già intrapresa da qualche anno nella Maison, seguendo la direzione dettata da Andrea Franceschetti. Le nuove versioni cromatiche sono capaci di rappresentare a pieno chi le sceglie, strizzando l’occhio anche al target più giovane, vicino ai 30 anni. Il consumatore contemporaneo, infatti, è alla ricerca di prodotti d’effetto e timeless e si interessa a soluzioni stilistiche inaspettate o irriverenti. Ancora una volta il brand ha trovato un modo per porre il cliente al centro delle proprie attività e coccolarlo come merita. Non è un caso se la maggior parte dei visitatori ha espresso un fortissimo apprezzamento per la linea monoprodotto con elastico che permette di vestire la scarpa come una slip-on, rendendola pratica e facilitandone la calzata. Le varianti colore sono pensate per soddisfare qualunque esigenza in termini di gusto e stile e mantengono un caposaldo: la tomaia wholecut (sagomata a partire da un unico pezzo di pelle) e impreziosite da ricami per creare l’effetto puntina.
3. La running dall'animo nobile
Tra i pezzi più iconici rientra il progetto di sneaker avveniristico, dove il dna luxury fa eco a vibes streetwear. Troviamo un primo esempio di running di grande personalità declinata in diverse alternative cromatiche che poggia su una suola Vibram altamente performante, dalla silhouette sinuosa. Le trame fluide si sviluppano su lavorazioni tridimensionali al tatto, in cui le singole fibre si rincorrono creando superfici mosse e scompigliate. Il camoscio e la pelle ne definiscono i contorni della tomaia per trovare il giusto equilibrio tra bon ton e contemporaneità. Completa il tutto la facilità nella calzata: può essere indossata come una slip-on. In più, non occorre preoccuparsi dei lacci, che sono elastici e autobloccanti per merito della chiusura con clip lock. Si parla, dunque, di una sneaker elevated casual, una scelta che può essere il giusto compromesso sotto un abito sartoriale di spicco.
L’altra tipologia di sneaker è vivace, coesiva, fuori dai soliti circuiti e stupisce con il suo fondo fatto a mano. Si tratta di un pezzo che richiama una scarpa d’archivio preesistente reinterpretata nei volumi per coniugare stile e benessere. La suola si nota subito per il notevole impiego di tre materie diverse che diventano parte integrante del design. Qui ritroviamo una stratificazione combinata tra il cuoio, zeppa Rubrex e un battistrada carrarmato Saint Moritz. La tomaia, invece, ci regala un interessante mix fra nylon (presente in alcune varianti), nabuk, pelle invecchiata e dettagli in lino. Anche per questa soluzione sono previste differenti nuances per soddisfare le aspettative di un target esteso. Un modello sinonimo di contaminazione con un’anima giovanile, pur mantenendo una sensibilità estrema per la qualità senza tempo.
Oltre ai tre elementi innovativi citati, non sono mancate le scarpe tipicamente estive, più fresche e aperte, adatte alle mete turistiche e al clima vacanziero.
La T-switch del futuro: un’estetica rinnovata e un comfort totale
Gli avventori del corner Franceschetti hanno avuto l’opportunità di ammirare in anteprima anche la nuova T-Switch, la sneaker che permette di cambiare linguetta e cinturino ogni volta che il cliente desidera mediante i suoi T-Kit.
La scarpa, già amatissima considerate le persone che la sfoggiavano con orgoglio tra i corridoi del Pitti, oggi si presenta ancora più performante. In particolare le modifiche più incisive contemplano:
- La suola - la soffice EVA che aveva caratterizzato le versioni precedenti è stata rialzata, migliorando l’intero assetto della scarpa. Il sogno di un benessere ancora più estremo oggi è una realtà possibile.
- I nuovi T-Kit - la sperimentazione cromatica non si è concentrata unicamente sui modelli Franceschetti. Anche la T-Switch può vantare nuove colorazioni e consistenze. Le linguette e i cinturini sono ora disponibili in pelle e in camoscio. Un tocco di classe ed eleganza che non è sfuggito agli osservatori. In aggiunta il cinturino è stato implementato attraverso una chiusura inedita, per merito di una fibbia metallica ancor più d’impatto.
- Il pellame - la pelle scelta per la tomaia ha subito un upgrade rilevante. La qualità è ancora più premium. Questo dettaglio ha permesso di elevare la scarpa in una nuova sfumatura di piacevolezza, combinando la continua ricerca verso l’innovazione all’arte del saper fare tipica del nostro territorio.
Sfide e obiettivi: il 2025 secondo Franceschetti
Non ha dubbi Arturo Venanzi, volto dell’azienda. Se c’è una parola che può riassumere la mission dell’heritage Franceschetti è quella di “educare” il consumatore per permettergli di compiere scelte più consapevoli. In un mondo che corre veloce dove gli individui sono costretti a inseguire le lancette Franceschetti va in controtendenza, riaffermando con rigore il concetto di slow fashion come unico mezzo per garantire una qualità premiante. La sostenibilità e la responsabilità sociale possono assumere molti volti e il brand sceglie quello di una calzatura che resiste al tempo oltre le tendenze che sfumano, realizzata con processi a basso impatto ambientale. Ciò che il fast-fashion tenta di imporre al suo cliente ideale è sentirsi obbligato ad adeguarsi alle mode passeggere, chiudendo gli occhi sulla filiera alla base della produzione frenetica. Una sola calzatura ben fatta può competere contro un’intera scarpiera destinata all’usura entro la fine di una sola stagione. La lotta allo spreco è anche questo: condannare l’avidità, il mero possesso, la quantità fine a se stessa. Un concetto che viene ben rimarcato anche attraverso il brand T-Switch.
C’è un ritorno all’estetica del bello immortale che punta tutto su artigianalità, attenzione al dettaglio e alti standard produttivi per consentire alle persone di mettere ai piedi un prodotto autentico italiano. La sfida è riuscire a dialogare con le nuove generazioni attratte dalla mutevolezza e diffondere questo messaggio. A riguardo, con la collezione Primavera-Estate 2025, c’è stato un forte investimento sulla diversificazione dei prodotti votata all’inclusività, restando fedeli a quell’identità che non scende a compromessi né in termini di costruzione né di materiali. Due anime, due essenze complementari convivono in ogni prodotto, realizzato con oltre 200 passaggi ciascuno. Una scarpa di alto livello non si improvvisa e il fatto che sia arrivata al cuore dei clienti presenti al Pitti è innegabile, considerati i feedback ricevuti. L’augurio è che il viaggio sensoriale nello stand possa aver restituito l’idea dell’importante bagaglio culturale da sempre associato all’italianità anche ai visitatori occasionali del corner.
Articolo a cura di Alessia Capo