Scarpe classiche uomo: come sceglierle? Come abbinare i vari modelli con il giusto outfit? Ecco una guida di stile per essere sempre impeccabili
Scarpe classiche uomo: alla ricerca del modello perfetto
Avete presente Carrie Bradshaw di Sex and the City? Proprio lei, quella che farebbe qualsiasi follia pur di avere un nuovo paio di décolleté nel suo guardaroba. E se Carrie fosse un uomo? Certo, in questo caso non parliamo di “tacco 12”, ma una cosa è certa: oggi gli amanti delle scarpe classiche uomo sono sempre più numerosi e soprattutto attenti. A scegliere materiali di alta qualità, a cercare forme dal design moderno ma dalla fattura artigianale, ad abbinare ogni modello alla sua precisa occasione d’uso. Statistiche alla mano, gli uomini in Italia comprano in media 16 milioni di paia di scarpe classiche l’anno. E nella maggior parte dei casi non si lasciano influenzare troppo dalle mode: acquistano i modelli “evergreen”, quelli senza tempo che vanno di moda oggi, domani, sempre. Ma allora come orientarsi nel mondo dello shoewear per lui, evitando di fare passi falsi? Ecco una piccola guida di stile per aiutarvi a risolvere tutti i dubbi!
Scarpe uomo classiche: quali indossare?
La prima cosa che bisogna chiedersi quando si sta per acquistare un paio di calzature classiche da uomo è: “Sto cercando un modello industriale, di quelli prodotti in serie senza stile né carattere? O, al contrario, voglio un pezzo unico, che si adatti perfettamente alla forma e alle proporzioni del piede e che restituisca, ad ogni passo, il valore del vero made in Italy e l’esperienza dell’artigiano che l’ha realizzata?” Una volta risposto a questa domanda possiamo partire insieme nell’ esplorazione delle categorie di scarpe classiche uomo che possono essere raggruppate in tre tipologie:
1) la francesina: è il modello formale in assoluto più diffuso. Come vi avevamo già spiegato nell’articolo “Francesine uomo: le scarpe preferite dal new dandy”, è la scarpa dell’eleganza, quella che meglio rappresenta il dandy sia nelle sue giornate lavorative, sia negli impegni extralavorativi che richiedono uno stile raffinato ed impeccabile. L’elemento principale che rende la francesina la scarpa classica da uomo, quella con la -S maiuscola, è il fatto che il gambetto (cioè le due parti dove risiedono gli occhielli, i fori per far passare i lacci) è cucito sotto la mascherina e quindi si sovrappone ad essa. In questo modo si ha un’allacciatura a V che si apre in modo limitato: il calzino si vede pochissimo e l’insieme risulta pulito e ricercato.
Lo stile e la classe della Francesina Savona in tutta la sua lucentezza
Esistono diverse tipologie di francesine, che si differenziano tra loro per materiali e colori utilizzati. Ma la lavorazione senza dubbio più interessante è la brogue, in cui la tomaia è decorata dai caratteristici disegni traforati (attraverso un’operazione detta appunto “broguing”). Simboli d’eleganza per eccellenza, in realtà, queste forature hanno un’origine molto povera dal momento che erano utilizzate in passato dai contadini per far defluire l’acqua che entrava nelle calzature durante il lavoro nei campi. In particolare se la punta è decorata con una sorta di W che si prolunga lateralmente, come le ali di una rondine, fino a metà scarpa, ed è sottolineata da fitti trafori e dentellature, la francesina è detta “full brogue” o wingtips. Se invece il motivo è dritto la scarpa è detta “semi-brogue”. Come indossare la francesina? È una questione di colore! I modelli in pelle nera, per esempio, si adattano perfettamente sia ai completi da ufficio, sia a tight da cerimonia ufficiali. Proprio per questo suo aspetto super raffinato, infatti, la francesina è anche la scarpa da sposo per eccellenza: in tutte le collezioni cerimonia che si rispettino è una calzatura che non può mancare perché definisce, quasi più dell’abito stesso, l’eleganza dello sposo. La versione nelle varie tonalità di marrone, invece, si adatta molto bene sia ad abiti in tweed che a giacche destrutturate dal taglio più sportivo.
2) derby: rispetto alle francesine, le derby sono le scarpe classiche uomo dall’aspetto più casual, adatte a chi ha la pianta larga e il collo del piede alto: l’allacciatura aperta, infatti, consente di infilare il piede comodamente e di regolare le stringhe in base alla sua larghezza. Questo è possibile perché in questo modello, a differenza della francesina, il gambetto è cucito sopra la mascherina e quindi i lembi si avvolgono al collo del piede e possono separarsi per la loro intera lunghezza (per sapere di più sulle differenze tra derby e francesine potete leggere anche “Scarpa derby o francesina: quali sono le differenze?”). Grazie al loro carattere “easy to wear”, le derby possono essere indossate in maniera disinvolta anche con i jeans, soprattutto se scelte nei toni del cuoio o del marrone scuro. Inoltre, è possibile applicare la lavorazione brogue per cui vale lo stesso discorso fatto precedentemente per le francesine.
Ecco il Derby Vienna in castagno indossato con un pantalone simil jeans
3) mocassino: è un modello estremamente comodo, senza lacci, si infila velocemente e rigorosamente senza calzini. I primi ad utilizzarlo furono gli Indiani d’America, che arrotolarono un pezzo di pelle intorno alla pianta e vi cucirono sul collo del piede un altro lembo di tessuto per aumentare il calore. Poi i marinai norvegesi, che trovarono decisamente più comode le calzature senza lacci. Da li, in poco tempo, questa scarpa classica si diffuse in tutta Europa, invadendo il guardaroba dell’uomo di classe.
Pantofola Newport, un esempio di mocassino in stile inglese
Denim o 5 tasche, i pantaloni perfetti per i mocassini uomo sono quelli a gamba dritta (niente modelli “a campana” o a gamba larga) con l’orlo della giusta misura. Per quanto riguarda le maglie, per andare a lavoro è sicuramente consigliabile indossare giacca e camicia, possibilmente in colori sobri e neutri. Maglioncini o polo manica lunga sono invece da preferire quando trascorrete del tempo fuori dall’ufficio. Tra le scarpe da uomo classiche senza lacci un modello che si colloca a metà tra la francesina e la derby è la monk strap. Scarpa chiusa che risale verso il collo del piede, la monk strap uomo può avere un’ala allacciata lateralmente da una fibbia (in questo caso si parla di single monk strap) oppure da due fibbie (double monk strap). Può essere a punta liscia o avere il cap toe, cioè la cucitura che corre parallela alla punta.
L’eleganza e lo stile di questo modello cambia molto a seconda del colore scelto e di eventuali decorazioni sulla tomaia. Data la sua versatilità la monk strap andrebbe indossata con pantaloni (sia denim sia 5 tasche) aderenti e stretti in fondo, in modo che l’orlo del pantalone non resti impigliato nella fibbia.